017 - ISLAM: OBIETTIVO ITALIA

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Per Giuseppe Samir Eid, egiziano, a Milano da molti anni, esiste un preciso progetto per islamizzare il nostro paese. Giuseppe Samir Eid, nato in Egitto da genitori di origine siro-libanese, vive in Italia da quarant’anni. La sua è una storia singolare: ha sposato una Marzotto di Valdagno, è consulente di gestione economica d’impresa, collabora con il Centro ambrosiano di documentazione per le religioni e ha pubblicato diversi volumi tra cui Cristiani e musulmani verso il 2000 (Paoline) e L’islam: storia, fede e cultura (La scuola). «Ho conosciuto – racconta – mia moglie Clotilde, veneta, a Londra dove conseguivo una specializzazione nel campo del controllo economico delle imprese, e lei perfezionava la lingua. Dopo i primi anni di innamoramento, il problema principale che abbiamo avuto è stato quello della differenza culturale e di mentalità: lei era autonoma finanziariamente e di forte personalità, cosa che si addice difficilmente all’educazione ricevuta in un paese arabo. Non esisteva, invece, il problema religioso, essendo tutti due cattolici. Msa. L’apporto dei lavoratori extracomunitari per l’economia italiana è diventato indispensabile? Samir Eid. Considerando il costo sociale dell’immigrazione, senza una pianificazione socioeconomica e una chiara strategia, a lungo termine, credo che sia più conveniente per l’Italia fare una politica che incentivi i disoccupati italiani a svolgere le funzioni demandate ad altri. Inoltre, tenendo presente che l’immigrato proviene da uno stato povero e con il suo lavoro contribuisce ad arricchire uno stato più ricco, il risultato globale è l’aumento del divario economico tra i paesi ricchi e i poveri.

Secondo lei, l’islam è disposto all’integrazione? L’immigrazione islamica in Italia rappresenta circa un buon terzo degli immigrati regolari. I centri islamici potrebbero svolgere un ruolo fondamentale per migliorare l’integrazione nel paese di adozione e fare da ponte tra le due rive del Mediterraneo, invece alcuni di loro sono espressione del fondamentalismo dichiarando la superiorità della religione musulmana rispetto a tutte le altre e hanno un progetto per l’Italia: introdurre l’islam nel paese. Kabul non è chi sa dove, lontana 6 mila chilometri dall’Italia: delle piccole Kabul sono già dentro le nostre città.Usi e costumi importati dal Medio Oriente, superati e ormai abbandonati nelle grandi città del mondo arabo, sono presentati come fondamenti culturali e religiosi. L’ignoranza e forse l’eccesso di garantismo dei nostri opinion makers fanno sì che siano accettati sotto la copertura di libertà religiosa. La libertà d’opinione e di scelta dell’Europa potrebbe presentare un’occasione per i musulmani di riflessione e di discussione per anteporre la conversione interiore alle proibizioni? Un’occasione per cristiani e musulmani di reciproco arricchimento spirituale.

Intervista di Laura Pisanello a Giuseppe samir Eid

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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