018 - Noi e l’Islam: «Riconoscere le differenze per dialogare»

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Il Rotary Club ha consegnato l’altra sera 100 milioni a monsignor Cesare Mazzolari, per il centro sanitario di Mapuordit, destinato ad accogliere 2200 ragazzi, 157 lebbrosi e a servire un’utenza estesa in un raggio di 150 chilometri. E’ la prima metà della somma promessa. Ai rotariani del Club Brescia Centro e alle socie dell’Innerwill, riuniti per affrontare il tema «La donna nell’Islam», monsignor Mazzolari ha proposto un ulteriore obiettivo: «Dobbiamo portare la donna ad essere rispettata: sarà un cammino lungo, lo dobbiamo fare insieme e per questo dobbiamo appropriarci più a fondo della nostra cultura».

“La cultura «è qualcosa di dinamico, è un’identità che dobbiamo reinterpretare” ha detto nel corso dell’incontro la professoressa Milena Santerini dell’Università Cattolica di Milano -. Il problema della donna ci divide dai musulmani, ma certe pratiche sono più legate alla cultura che alla religione. La subordinazione della donna esiste, ma è un po’ tipica dell’area mediterranea. I musulmani in Italia sono 700mila, le donne si trovano tra due culture. Arrivano per ricongiungimento familiare, vivono nell’ombra. Ci propongono la sfida dell’accoglienza, dell’istruzione e della comprensione».

La legge islamica, osserva Giuseppe Eid Samir, è la «fonte dell’ordinamento giuridico, in una società blindata, in cui si può entrare ma dalla quale non si può uscire. La donna non può giudicare un uomo, eredita la metà rispetto a un fratello e la donna cristiana non eredita dal marito musulmano». Tutto questo fa parte di un retaggio culturale. Il nostro primo compito è riconoscere le differenze, indispensabile per dialogare. Le migrazioni ci danno un’opportunità: quella di imprimere una maggiore spiritualizzazione alla nostra vita. Da parte nostra, possiamo far conoscere il valore della libertà religiosa. Sul terreno della promozione dei valori umani potremo stabilire un incontro, ma dobbiamo impegnarci ad essere «agenti di cambiamento». Il fanatismo può derivare «da ignoranza, indottrinamento e frustrazione».

Il partecipatissimo incontro dell’altra sera è stato introdotto dal presidente del Brescia Centro, Luigi Magnani e dalla presidente dell’Innerwhill, Luciana Bertoli, dal governatore Angelo Borgese e dal presidente della Provincia Alberto Cavalli. Il professor Gianfranco Callegari ha proposto il bilancio del service per la missione di monsignor Mazzolari in Sud Sudan, un service che ha coinvolto numerosi club e che ha già consentito di raccogliere 130 milioni. L’impegno dei Padri Comboniani è «Salvare l’Africa con l’Africa», motto del loro fondatore. «E’ un cammino lungo, bisogna formare le persone: ce la faremo», dice il vescovo di Rumbek, oggi più fiducioso, dopo la risoluzione europea per il Sudan: «Incomincio a vedere più luce, la nostra voce roca sta raggiungendo più cuori, più menti». e.n.

Giuseppe Samir Eid

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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