002 - LA TRAGEDIA DEGLI ARABI CRISTIANI

Corriere della Sera – pag. 11 – 06.12-1985

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Vorrei ricordare la situazione precaria che stanno vivendo in Medio Oriente gli arabi cristiani.

I Paesi di lingua araba sono a maggioranza musulmani, contano in tutto 120 milioni di abitanti, 12 milioni dei quali sono cristiani, in minoranza in tutti i Paesi, fatta eccezione per il Libano. Nel mondo arabo il Libano è l’unico Paese in cui un cristiano gode di tutti i diritti di un cittadino a parità di un musulmano.

Questa è la ragione per cui i cristiani in medio Oriente guardano al Libano come Paese rifugio nel caso di discriminazione accentuata e dove i libanesi, soprattutto i cristiani, sono determinati a salvaguardare la loro identità. A seguito della spartizione dell’Impero Ottomano dopo la prima guerra mondiale, le varie confessioni hanno convissuto pacificamente. Negli ultimi 30-40 anni questa convivenza è stata strumentalizzata da elementi internazionali al di fuori del controllo degli stessi libanesi

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004 - LA CONDIZIONE DELLE COMUNITÀ’ CRISTIANE IN MEDIO ORIENTE

Popoli – 01/1994

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L’esistenza dei cristiani nei paesi arabi a maggioranza musulmana si fa sempre più difficile, fra processo d’islamizzazione forzata ed emigrazione in Occidente. Occorre attirare l’attenzione dell’Occidente su queste due tematiche: la presenza e la convivenza cristiana e musulmana dal punto di vista della minoranza cristiana nei paesi islamici; la presenza islamica in Europa dal punto di vista di un cristiano mediorientale.
Le due tematiche a prima vista possono sembrare complementari, in fatti, al secondo punto, si affronterà la situazione dei musulmani immigrati in Italia, paese di orientamento cri- stiano, mentre nel primo punto si presenterà la realtà dei cristiani nel Medio Oriente che è a maggioranza musulmana.
Trattando di questi argomenti è fondamentale tenere presente due elementi discordanti, assolutamente non complementari: il primo è che la presenza musulmana in Italia è molto recente, infatti risale a pochi decenni; la seconda è che la presenza dei cristiani nei paesi mediorientali risale alla nascita del cristianesimo, ed oltre ad essere antichissima, è avvenuta prima dell’arrivo dei musulmani. Gli autoctoni del Medioriente sono i cristiani; solo intorno al 638-641 i musulmani vi sono immigrati e stanziati grazie all’accoglienza dei cristiani.

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006 - IL CONTRIBUTO CRISTIANO ALLA CIVILTA’ ARABA

Popoli –  05/1994

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Trattati come stranieri in patria, discriminati nei loro diritti, le minoranze cristiane dei paesi musulmani stanno riprendendo coscienza del ricco contributo da essi dato alla costruzione della civiltà araba, la quale non può affatto identificarsi con l’islam.
Secondo il Corano gli uomini si dividono in tre categorie: musulmani, la gente del libro (os sia ebrei e cristiani), e gli altri.
In Medio Oriente gli arabi cristiani sono stati spesso assimilati a torto all’Occidente da parte dei loro concittadini musulmani. Le nefaste conseguenze a cui porta questa erronea identificazione fra cristianesimo e Occidente nei paesi arabi sono evidenti.
Una delle cause di questo fenomeno può essere ricercata nel fatto che in queste zone, negli ultimi 150 anni, una buona parte dell’economia è stata in mano alle minoranze cristiane ed ebraiche locali, e agli stranieri emigrati in Medio Oriente dall’Occidente.
“Con l’avvento dell’indipendenza, il ceto medio indigeno si trasferì nei quartieri che in precedenza erano abitati soprattutto da europei, e gli immigrati dalle campagne si diressero verso quei quartieri che essi lasciavano liberi, o in nuovi quartieri. In entrambi i casi vi fu un cambiamento nelle abitudini e nei modi di vita: il ceto medio prese a vivere in un modo che in precedenza era tipico dei residenti stranieri, e gli immigrati rurali adottarono il modo di vita dei ceti poveri urbani. Nei loro nuovi quartieri i borghesi vivevano per lo più come facevano gli europei, in case dello stesso tipo e vestendosi con abiti dello stesso tipo…” (Albert Hourani, Storia dei popoli arabi, Arnoldo Mondadori, 1991, p. 383).
Allo stesso modo è interessante rilevare come le lotte fra gli stati europei e i dissidi politici abbiano avuto pesanti ripercussioni sulla vita dei cristiani del Medio Oriente. Così è stato facile per i musulmani identificare le minoranze con le potenze coloniali che di lì a pochi anni avrebbero accresciuto la loro influenza al punto da sostituirsi all’Impero Ottomano, ormai avviato ad un rapido declino.

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011 - LIBERTA' RELIGIOSA E DIRITTI DELL'UOMO NELL'ISLAM

Ed. La Scuola – 12-1996

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1. Libertà Religiosa
Il concetto di libertà religiosa, a differenza di quello di tolleranza, implica uguaglianza di diritti per ciascun cittadino.” Ogni trattamento discriminatorio motivato dalle diverse convinzioni religiose, viola i diritti umani. La posizione del cittadino di fronte alla legge non deve essere privilegiata dall’appartenenza ad una specifica confessione religiosa”.(7)

Il riconoscimento dei diritti dell’uomo è acquisizione recente nella Chiesa Cattolica . I rilievi espressi a questo proposito da papa Pio IX sono culminati nel documento Syllabus Errorum del secolo scorso. Ma si é dovuto aspettare il Vaticano II per una formulazione universale sull’argomento.

Da parte islamica, come vedremo più avanti, la religione predomina ancora sui diritti dei cittadini, anche se qualche debole voce si leva per una separazione tra fede e diritto. I documenti islamici che contengono dichiarazioni di uguaglianza e di libertà pongono pesanti limiti e discriminazioni per chi non è musulmano. Va tenuto presente ancora che il mondo islamico non è affatto monolitico; anzi, ha al suo interno una grande varietà di posizioni: dalla minoranza fondamentalista (Salafeya) a quella che reclama più libertà e maggiore accoglienza del mondo moderno. Nel mezzo c’è un vasto spectrum di musulmani “ortodossi”. Di conseguenza, l’applicazione da parte dei tribunali delle enunciazioni contenute nelle costituzioni e nei trattati internazionali sottoscritti dai rispettivi governi é tutt’altro che uniforme.

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