DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

17 LA CONDIZIONE DELLE COMUNITÀ CRISTIANE IN MEDIO ORIENTE Popoli - 01/1994 L’esistenza dei cristiani nei paesi arabi a maggioranza musulmana si fa sempre più difficile, fra processo d’islamizzazione for- zata ed emigrazione in Occidente. Occorre attirare l’attenzione dell’Occidente su que- ste due tematiche: la presenza e la convi- venza cristiana e musulmana dal punto di vista della minoranza cristiana nei paesi islamici; la presenza islamica in Europa dal punto di vista di un cristiano mediorientale. Le due tematiche a prima vista possono sembrare complementari, in fatti, al secon- do punto, si affronterà la situazione dei mu- sulmani immigrati in Italia, paese di orienta- mento cri- stiano, mentre nel primo punto si presenterà la realtà dei cristiani nel Medio Oriente che è a maggioranza musulmana. Trattando di questi argomenti è fondamen- tale tenere presente due elementi discor- danti, assolutamente non complementari: il primo è che la presenza musulmana in Italia è molto recente, infatti risale a pochi decenni; la seconda è che la presenza dei cristiani nei paesi mediorientali risale alla nascita del cristianesimo, ed oltre ad essere antichissima, è avvenuta prima dell’arrivo dei musulmani. Gli autoctoni del Mediorien- te sono i cristiani; solo intorno al 638-641 i musulmani vi sono immigrati e stanziati grazie all’accoglienza dei cristiani. L’assimilazione di questa dimensione sto- rica, permette di capire alcune situazioni mediorientali altrimenti incomprensibili dal punto di vista europeo. Finché non si capi- sce l’importanza della dimensione storica per l’identità dei popoli mediorientali, non si capirà niente del Medioriente. Subito dopo la seconda guerra mondiale la popolazione sulla sponda Nord del ba- cino mediterraneo era di circa il doppio di quella del bacino Sud, Nord Africa e Medio Oriente; oggi dopo 50 anni, la proporzione è diventata di 1 a 1. Lo sviluppo demo gra- fico accompagnato da un divario crescente in termini di sviluppo, espone la popolazio- ne più ricca e più anziana ad un’invasione “pacifica” da parte di popoli molto lontani culturalmente; un professore dell’università del Cairo ha quantificato il divario in secoli. Arabi o musulmani? Il nostro discorso sulle vicende del le comu- nità arabo cristiane non può non prendere le mosse dall’esame di una prima questio- ne di importanza fondamentale: che cosa si vuole indi care quando si utilizza il termine arabo? Questa premessa è resa necessaria soprattutto dal fatto che in Occidente si ten- de a utilizzare indifferentemente i termini arabo e musulmano, presupponendo così una coincidenza tra i significati delle due espressioni. Le cose non stanno in questa maniera. La parola arabo si riferisce, in modo convenzionale, ad un’area geografica e culturale anziché ad una specifica confes- sione religiosa o ad una etnia determinata. Si definisce infatti popolazione araba quella presente in un’area territoriale ben definita, costituita da tre zone di stinte: l’Africa del Nord, il Medio Oriente e la regione della penisola arabica (comprendendo anche il Golfo Arabo). Coincide con l’organizzazio- ne politica denominata Lega Araba. Non so no invece compresi in questi territori né la Turchia né l’Iran. Tutte queste zone geografiche sono acco- munate dall’uso della stessa lingua: l’arabo. Ciò non significa però che l’estrazione delle popolazioni sia la stessa: ci troviamo infatti di fronte ad un universo molto variegato. Fa

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