045 - CRISTIANI E MUSULMANI DIALOGARE PER CONVIVERE

Actel – 31/01 – 2011

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La mobilità delle persone da qualche decennio attraversa irreversibilmente il pianeta, hanno imposto il tema della relazione interculturale come uno dei più acuti del presente.

DIALOGARE PER CONVIVERE
Per instaurare la convivenza con un dialogo fruttuoso bisogna conoscersi, e la conoscenza parte dalla verità, il rispetto dell’altro, superare i pregiudizi. Riscoprire la sua identità, termine che a volte viene usato a sproposito, ma è una parola fondamentale per farsi conoscere, mai per prevaricare, occorre incamminarci sul ponte e portarla attraverso i continenti; l’immigrato è anzitutto un uomo con la dignità che ne deriva, diritti e doveri. Questo è il punto di partenza della breve conversazione, un piccolo contributo alla comprensione del mondo arabo alla sua cultura ed alla Pace nel Medio Oriente.

DIFFERENZE CULTURALI
Eventi recenti hanno messo in luce comportamenti originati dall’immigrazione araba, non riconducibili ad altre immigrazioni, comportamenti incomprensibili ma che hanno come origine la struttura sociale dei paesi arabi. Infatti, l’arabo abituato a vivere in un ambiente monoculturale, l’emigrazione globale lo mette a confronto con ambienti diversificati, l’apparente assenza di Dio lo spaventa, è spinto a rinchiudersi e i musulmani a rivolgersi, crisi economica aiutando, verso i centri islamici che si sono proliferati con il finanziamento dei paesi arabi; l’islam diventa cosi per molti giovani immigrati l’unico punto di riferimento chiaro sia a livello culturale che religioso. La religione musulmana, causa la frustrazione determinata dall’impatto con un tipo nuovo di mentalità, rappresenta una facile occasione di identificazione e di forte coesione. Nonostante le frontiere nazionali, il concetto di umma (comunità dei musulmani) predomina nella filosofia musulmana ”una parola d’ordine lanciata da qualche voce autorevole al momento opportuno può compattare e ricondurre a unità serrata” (card. Martini). In Italia manca una politica di acculturamento che accompagni l’immigrato nel suo inserimento nella società; accettare nuovi cittadini predisponendo una politica di integrazione adeguata.

DIRITTI UMANI, EMIGRAZIONE DEI CRISTIANI AUTOCTONI:
Per capire le diversità di atteggiamento degli immigrati musulmani Eid pone in evidenza il Fattore Religioso. La legge religiosa condiziona la vita del paese, famiglie, persone, abbinata alla pressione sociale, discrimina i non musulmani. A titolo di esempio, al non musulmano non è consentito di sposare una donna musulmana, di ereditare da un musulmano, di praticare alcuni mestieri, di accedere alle più alte cariche statali; ai figli non è concesso di scegliere la loro religione, la carta d’identità riporta la religione di appartenenza dalla nascita; sono automaticamente musulmani se uno genitore lo è oppure lo diventa. Il coniuge del genitore che si converte alla religione islamica perde la custodia dei suoi figli. Una situazione che crea pregiudizi e discriminazioni legali e sociali verso i cristiani autoctoni e i non musulmani, provoca la loro emigrazione verso paesi più ospitali, un esodo di notevoli proporzioni portando verso l’estinzione di alcune componenti che hanno contribuito alla ricchezza e splendore della civiltà araba. Eid sottolinea il silenzio assordante nel quale sono avviate le Chiese Orientali.
Anche per quanto riguarda l’aspetto dei Diritti umani la legge religiosa condiziona la vita del paese, delle famiglie, delle persone, è discriminante riguarda la famiglia, la donna, la libertà religiosa, le eredità e la donna in generale la quale è discriminata non avendo gli stessi diritti dell’uomo.

EUROPA E MONDO ARABO
la stragrande maggioranza degli arabi vive in estrema povertà, in quanto lo sviluppo demografico non è accompagnato da una crescita economica adeguata. Certo é che l’Europa ha interesse per un M.O. stabile, ma un siffatto obiettivo é possibile col promuovere lo sviluppo tecnologico, garantendo il flusso del petrolio, mettendo freno all’emigrazione, creando un clima di fiducia tra le popolazioni e realizzando la sicurezza delle frontiere concordate e riconosciute.
Il M.O. é in fermento; le soluzioni sono nell’ordine: Pace, Prosperità e Democrazia. E noi cosa possiamo fare? Contribuire al ruolo delle Comunità di Servizio in senso lato nel riavvicinamento delle civiltà (Parrocchie, centri culturali, ONG, ecc.) con le azioni di service quali l’alfabetizzazione, l’acqua, la proibizione delle mutilazioni genitali femminili, con l’obiettivo di promuovere nel mondo islamico lo sviluppo culturale della donna, i diritti umani, combattere il sottosviluppo economico e il fanatismo religioso. Irradiare i nostri valori attraverso la testimonianza della vita, la solidarietà e l’accoglienza. In questo itinerario la donna assume un ruolo di primo piano, per riflettere su una carta etica comune per cambiare i pregiudizi reciproci. Bisogna adoperarci affinché i musulmani riescano a cogliere la distinzione tra religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musulmana. Agire da catena di trasmissione per influire sulle forze decisionali con la testimonianza, l’educazione, il rispetto della dignità del’uomo che porta alla pace. Eid propone come modello da adottare il ruolo dei musulmani in Europa per costruire i ponti per il rispetto reciproco tra musulmani, cristiani ed ebrei, senza dimenticare di divulgare loro i concetti sui quali si basa il cristianesimo.
A livello politico è importante che l’Occidente, negli scambi tecnologici o di mercato, sappia unire o subordinare anche scambi culturali con criteri di reciprocità sopratutto per la gente semplice….. alla effettiva promozione nel paese dei valori di libertà civile e religiosa per tutti senza discriminazione alcuna e che, al riguardo, vi sia una intensa opera di monitoraggio.”Chiedere al mondo arabo di lavorare sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam che hanno in mano il formidabile strumento delle prediche nelle moschee, dove sarebbe opportuno proclamare anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.”Guarda caso le violenze maggiore succedono di Venerdì all’uscita dalle moschee. La migliore risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione.

LA VERGINE MARIA
La devozione dei musulmani verso la vergine Maria è diffusa tra i musulmani; nello spirito di un dialogo spirituale tra due grandi religioni del mondo arabo il parlamento libanese ha stabilito il 25 marzo festività nazionale, giorno in cui la chiesa cattolica commemora l’annuncio del’angelo Gabriele a Maria. A differenza di coloro che vogliono ridurre l’Islam ad un sistema politico invece di considerare la religione relazione della persona con Dio, Eid è convinto che l’Islam, inteso secondo la sua tradizione spirituale, può offrire preziose risorse da spendere e condividere per costruire, insieme a Cristianesimo ed Ebraismo, la cultura globale della Pace e della Fraternità. E stato proprio il Cardinale Martini, a favorire il “dialogo” tra le diverse culture e religioni a favorire questo dialogo tra due persone che hanno qualcosa da dirsi.
P.S. Per approfondimenti sul Kindle Store di Amazon l’eBook di Giuseppe Samir Eid, edito da Carabà Edizioni, è disponibile al prezzo promozionale di EUR 1,01 all’indirizzo web http://www.amazon.it/dp/B007NMJ31K/]. Un eBook tra storia e attualità, che vuole interrogare la responsabilità dei credenti e sensibilizzare la coscienza dei giovani. “Il libro è uno prezioso strumento di conoscenza e di azione per tutti coloro che vogliono ritrovare le sorgenti comuni, pur nella diversità dei percorsi dei ‘fiumi’ storici”. Monsignore Gianfranco Ravasi.

Giuseppe Samir Eid

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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