R023 - È SEMPRE LO STESSO DIO?

Un lettore domanda: È sempre lo stesso Dio?

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2014

Il dott. Giuseppe Samir Eid, nato in Egitto da genitori di origine siro-libanese, ha lavorato per aziende multinazionali operanti anche nei paesi islamici; co-fondatore del CADR, Centro Ambrosiano di Documentazione per le Religioni e autore di numerose pubblicazioni sulle realtà dell’immigrazione araba in Italia e nostro parrocchiano, ha sottoposto a don Walter alcune precisazioni sull’esortazione apostolica di papa Francesco “Evangelii gaudium” alle quali volentieri il nostro parroco ha risposto. Ringraziamo il dott. Eid per la sua provocazione.

Scrive il dott. Giuseppe Eid:
I musulmani “adorano con noi un Dio unico, misericordioso” (n. 252) – Io prenderei con cautela questa frase in quanto abbiamo due concezioni abbastanza diverse dell’unicità divina È vero che i musulmani adorano un Dio unico e misericordioso ma questa frase suggerisce che le due concezioni di Dio sono uguali. Invece nel cristianesimo Dio è Trinità nella sua essenza, pluralità unita dall’amore. È un po’ più che sola clemenza e misericordia. Quella musulmana caratterizza Dio come inaccessibile. La visione cristiana dell’unicità trinitaria sottolinea che Dio è Amore che si comunica: Padre-Figlio-Spirito, oppure Amante-Amato-Amore, come suggeriva Sant’Agostino.
Poi, anche la misericordia del Dio islamico cosa significa? Che Lui fa misericordia a chi vuole e non la fa a coloro a cui non vuole. “Dio fa entrare nella Sua misericordia chi Egli vuole” (Corano 48:25). Queste espressioni si trovano in modo quasi letterale nell’Antico Testamento (Esodo 33:19). Ma non si arriva mai a dire che “Dio è Amore” (1 Giovanni 4:16), come si esprime san Giovanni.
La misericordia nel caso dell’Islam è quella del ricco che si china sul povero e gli concede qualcosa. Ma il Dio cristiano è colui che scende verso il povero per innalzarlo al suo livello. Non mostra la sua ricchezza per essere rispettato (o temuto) dal povero: dona se stesso per far vivere il povero. Queste differenze non debbono scoraggiare le persone di buona volontà di condividere preziose risorse per costruire la cultura globale della Pace e della Fraternità.

Don Walter risponde:
1. Quanto affermi è vero, ma la correttezza della affermazione che i musulmani “adorano con noi un Dio unico, misericordioso” è compensato dal fatto che, per correttezza di lettura, non ci si ferma o non ci si dovrebbe fermare alla affermazione del n. 252 della “Evangelii gaudium”, ma la dovrebbe leggere nella sua interezza, evidenziandone l’intenzione che è la riscoperta di un annuncio gioioso del vangelo di Gesù Cristo nel mondo contemporaneo

2. Tenendo inoltre conto ad esempio che nel numero precedente, il 251, si afferma che “in questo dialogo, sempre affabile e cordiale, non si deve mai trascurare il vincolo essenziale tra dialogo e annuncio, che porta la Chiesa a mantenere ed intensificare le relazioni con i non cristiani. Un sincretismo conciliante sarebbe in ultima analisi un totalitarismo di quanti pretendo di conciliare prescindendo da valori che li trascendono e di cui non sono padroni. La vera apertura implica il mantenersi fermi nelle proprie convinzioni più profonde, con un’identità chiara e gioiosa, ma aperti ‘a comprendere quelle dell’altro’ e ‘sapendo che il dialogo può arricchire ognuno’. Non ci serve un’apertura diplomatica, che dice sì a tutto per evitare i problemi, perché sarebbe un modo di ingannare l’altro e di negargli il bene che uno ha ricevuto come un dono da condividere generosamente. L’evangelizzazione e il dialogo interreligioso, lungi dall’opporsi tra loro, si sostengono e si alimentano reciprocamente”.

3. Infine, la citazione che poi tu fai del n. 252 tralascia una seconda parte della frase che completa gli elementi in comune tra Islam e Cristianesimo: “…un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale” (Lumen gentium 16). che significa che questa impostazione dialogante con l’Islam che “in quest’epoca acquista una notevole importanza…” non è propria e anzitutto dell’”Evangelii gaudium” di papa Francesco, ma proviene da più lontano, da un documento del Vaticano II al quale papa Francesco non può che attenersi.

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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