060 - IL MOVIMENTO MIGRATORIO FENOMENO INARRESTABILE?

ROTARY, OPINIONI – pag. 42-43 – 1/CONOSCERSI PER CONVIVERE E COSTRUIRE LA PACE – 2015

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Il movimento dei popoli dall’Africa e M.O. è inarrestabile?
L’emigrazione verso il mondo Occidentale, di musulmani e cristiani, tende ad aumentare in modo irreversibile, la situazione sociale disastrosa è sfruttata scientemente da organizzazioni che hanno messo in piede una vera tratta degli esseri umani.

Non era sempre stato cosi
Tra il 19mo e il 20mo secolo milioni di europei sono emigrati verso l’Africa, si sono stabiliti contribuendo sostanzialmente allo sviluppo economico e culturale dei paesi africani; senza radicarsi nel tessuto sociale, si sono ritrovati espulsi ritornando nei loro paesi di origine.


Dopo la seconda guerra mondiale i paesi africani hanno avviato una forte campagna di sviluppo demografico con il risultato nell’arco di cinquant’anni di triplicare il numero dei loro abitanti provocando un cresciuto impoverimento. Nello stesso periodo l’Europa è cresciuta economicamente con una popolazione più ricca, anziana, stabile demograficamente; un divario che i giovani africani cercano di colmare espone la popolazione occidentale cristiana, ad un’ invasione “pacifica” da parte di popoli molto lontani culturalmente con usi, costumi e tradizioni diverse.
Nel recente passato, i mari e gli oceani, le grandi distanze erano barriere naturali;ogni civilizzazione cresceva impermeabile, senza subire influenza esterna. L’incontro tra i popoli attraverso le colonizzazioni e le guerre più che elemento di ravvicinamento erano fattori se non di rigetto ma di indifferenza.

Un villaggio globale
Oggi, i mezzi di comunicazione hanno abbassato le barriere fisiche fra le nazioni, incrementando i movimenti dei popoli. La globalizzazione dei mezzi di comunicazione (TV, internet, ) e la velocità dei mezzi di trasporto hanno ravvicinato fisicamente i popoli rendendo ancora più evidente le disuguaglianze. L’umiliazione che ne consegue sapientemente sfruttata ha degenerato il senso di revanscismo contro l’Occidente ricco, colonialista prima, poi che trae beneficio dalle ricchezze dei più poveri sotto la copertura dell’imperialismo economico. Lo stesso sentimento di revanscismo non lo si riscontra pero contro i turchi che hanno dominato per oltre quattro secoli l’impero Ottomano sottomettendo i popoli a nome della Umma. Il Cardinal Martini aveva segnalato che “l’islam non solo fede personale, è realtà comunitaria molto compatta, una parola d’ordine lanciata da qualche voce autorevole può ricompattare e ricondurre a unità serrata”. A differenza del cittadino europeo e in particolare dell’italiano, è da ricordare che il cittadino arabo sia cristiano che musulmano, ha una identità intimamente legata al suo credo religioso e alla sua comunità prima ancora che allo stato di appartenenza.

Valori Universali e Diritti Umani
I venticinque paesi più poveri del globo sono in Africa dove si svolgono gravi genocidi, guerre tra etnie e comunità diversi, la maggior parte hanno in comune la legge islamica sono cresciuti in paesi che non separano la religione dall’ordinamento dello stato e non è consentito che la libertà di scelta religiosa possa rimanere un fatto personale. La maggior parte dei migranti nonostante una mentalità di pregiudizi verso l’Europa assimilata al cristianesimo, continua a preferirla rispetto a paesi islamici con ampi territori relativamente poco distanti, più ricchi con abbondante bisogno di mano d’opera non locale.
Certo che l’andamento dell’immigrazione sarà in costante aumento fintanto che non ci sarà uno sviluppo culturale ed economico dei paesi più poveri, e che i governi dei paesi più ricchi non avranno attuato di comune accordo una politica di programmazione di aiuto economico mirato contemporaneamente alle risorse umane, di sicurezza e stabilizzazione politica. .
Si richiede alla politica una visione di lungo termine che mira ad una più equa distribuzione delle ricchezze e di una sana gestione degli elementi umani con il riconoscimento unanime di Valori Universali, diritti umani e dignità della persona.

Salvare vite umane: day after
Ci rende onore il fatto di aver salvato migliaia di vite umane in fuga dalla riva sud del Mediterraneo. Purtroppo non ci è fatto di conoscere come vanno gestiti gli aspetti sociali, religiosi e culturali dei nuovi arrivati in uguale misura e di pari passo, con gli aspetti economici, per fare si che i nuovi approdati siano fattori di convivenza e non di divisione e di conflitti.
Infatti, l’ arabo è abituato a vivere in un ambiente monoculturale, l’emigrazione globale lo mette a confronto con ambienti diversificati che lo spinge a rinchiudersi, manca un acculturamento che lo accompagni fuori dal mondo islamico. Lo stesso può valere per il paese di accoglienza che accetta nuovi cittadini senza predisporre una politica di integrazione adeguata.

Le nuove leve, specialmente universitarie, sradicate dal proprio contesto rurale, in possesso di una laurea ma non di un lavoro, sono diventate facili prede di movimenti molto diffusi che coltivano la mentalità anti-occidentale «materialista e corrotto, ateo e miscredente», colpevolizzando l’Occidente, (assimilato in generale al mondo cristiano) per la propria arretratezza economica e tecnologica e per l’appoggio dato alla costituzione dello stato d’Israele. Il loro motto “jihād è la nostra via, morire nella via di Allāh è la nostra suprema speranza” in contrasto con “salvare vite ad ogni costo”.
Sono situazioni che richiedono da parte dello stato che accoglie un programma educativo di acculturamento ai principi della nostra società civile: distinzione tra religione e stato, libertà religiosa, parità di diritti e doveri tra i cittadini senza distinzione.
L’Italia dovrebbe essere orgogliosa di mostrare la sua identità senza falso pudore, non lasciar campo libero ai falsi profeti; accompagnare i nuovi arrivati significa anche una opportunità per un loro libero sviluppo spirituale premessa per un dialogo proficuo tra i popoli. Salvare le vite e conservare la propria civiltà non lasciando a minoranze invadere un campo sensibile.

Rotary Internazionale
Il Rotary e la sua Fondazione promuovono campagne mondiali di servizio per un mondo migliore attraverso il miglioramento della salute, il sostegno dell’istruzione e l’alleviamento della povertà. La nostra presenza all’ONU ci dà una visione e un raggio di azione al di sopra di quanto può fare un singolo Distretto con le proprie risorse a favore dell’impatto sulla qualità della vita, dell’impegno a far dialogare culture in un territorio specifico, sono il seme che fa germogliare i frutti a beneficio di uomini e donne del nucleo sociale interessato. Per esempio è risaputo che la sottomissione delle donne e l’analfabetismo intralciano lo sviluppo armonioso di un nucleo sociale. Senza dimenticare i progetti internazionali che tutti conosciamo come l’Acqua e la Polio plus, attuando il progetto rotariano di alfabetizzazione in un territorio specifico favorisce la promozione della donna dandole gli strumenti per l’accesso al mondo del lavoro, l’indipendenza economica e culturale, prende coscienza della sua dignità, primo passo per pretendere parità di diritti. In questo itinerario la donna assume un ruolo da apripista per lo sviluppo economico della società in questione e la pace sociale. Arrestare i movimenti migratorie richiede un azione congiunta, al di sopra delle possibilità di un singolo distretto, con il contributo dei rotariani locali o di quelli più vicini al territorio di emigrazione.
Noi rotariani facciamo girare la ruota tra religione, politica e poteri decisionali; siamo protagonisti di progetti di servizio caratterizzati da qualità, amicizia, efficienza e gratuità che portano alla pace.

Giuseppe Samir Eid
RC Milano Sud-Est

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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