R033 - LIBERTA DI ESPRESSIONE IN ITALIA?

FAX – 24/2/2007

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Siamo ancora in tempo di criticare la sharia e di protestare liberamente in Italia?

Non voglio polemizzare però il problema di fondo non lo avete affrontato.
Attiro la vostra cortese attenzione sulla sharia fonte di tutti gli ordinamenti costituzionali dei paesi arabi e musulmani che esplicitamente considera i citadini non musulmani cittadini di seconda o terza categoria con i relativi diritti. Una discriminazione del tipo nazi fascista.
In queste situazioni non si può parlare di percentuali o di minoranze quando la libertà di espressione non è ammessa. Il caso del blogger alessandrino con quattro anni di galera è soltanto l’ultimo della catena. Il problema di fondo va sollevato e perseguito in quei paesi dove lo si può ancora fare senza dover ricorrere a scorte di carabinieri o essere giudicati da certe magistrature come diffamatori della religione islamica. Siamo ancora in tempo di criticare la sharia e di protestare liberamente in Italia?

2012: Islamofobia: due pesi due misure
L’OCI che vuole « leggi contro l’incitamento all’odio religioso », dice che «la libertà di espressione deve essere usata con responsabilità » chiede a noi « di assumere tutte le misure compresa la legislazione contro atti che portino alla violenza contro i musulmani e la denigrazione della loro religione » perché « gli atti islamofobici violano la libertà di religione e di credo ».
Questo, mentre la propaganda islamista carica di ogni stereotipo ebrei e cristiani, mentre si usa la violenza più folle contro appartenenti sia a fedi diverse sia ai propri correligionari ritenuti conniventi col nemico, mentre si assaltano le ambasciate occidentali, i cristiani durante la messa, gli ebrei per ogni dove.

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio

R035 - DA MIGRANTI A TERRORISTI?

Lunedì 29 Giugno 2015

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Da migranti a terroristi
Le cronache riportano che una delle misure di prevenzione di atti di terrorismo è l’espulsione di soggetti individuati ad inneggiare e simpatizzare con gli atti di terrorismo di stampo islamico. Individui insediati in Italia con famiglia e lavoro, alcuni con un trascorso nelle nostre carceri. Chiedo se l’espulsione basti ad arrestare il pericolo se non viene accompagnata dall’accertamento del processo che ha permesso a immigrati «normali» di essere contagiati proprio in Italia dalla febbre del terrorismo religioso.

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R034 - LIBERTA DI ESPRESSIONE, VIOLENZE E RECIPROCITA

CORSERA – 2015

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Gentile dottore de Bortoli:

Gli ultimi numeri del Corriere riportano editoriali che invitano al rispetto reciproco, a non offendere il prossimo (i musulmani). Cito la Baronessa Ashton, Alto Rappresentante per la politica estera dell’UE, :”Non dobbiamo cadere nella trappola che ci stanno tendendo estremisti e terroristi”, “Dobbiamo resistere a coloro che vorrebbero fare della religione un motivo di divisione. La migliore risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione.L’Unione europea non distoglierà lo sguardo”. Lodevole campagna alla quale dovrebbe fare eco un simile atteggiamento da parte dell’Ordine mondiale islamico. A solo scopo informativo allego anche un esempio di come il corano possa essere utilizzato per fomentare odio e violenza oppure rispetto e convivenza (allegato a titolo informativo).
Mi consenta di suggerire ai politici e governanti occidentali le azioni più appropriate per chiedere agli stati islamici che si sentono offesi di far applicare nelle loro società lo stesso rispetto che pretendono da noi. Guarda caso le violenze maggiore succedono di Venerdì all’uscita dalle moschee. La violenza attira altra violenza sino all’auto distruzione e povertà, non per niente negli ultimi venti anni trecento milioni di arabi hanno prodotto soltanto171 brevetti internazionali; la Corea da sola 16328; enormi quantità di tecnologia importata ma poco niente è generato localmente.
Alle belle dichiarazioni debbono far seguito azioni incisive nel campo dell’educazione sia in Occidente ma soprattutto nel mondo arabo . A questo riguardo Il Centro Ambrosiano di Documentazione Religiosa invitava i politici europei a monitorare il materiale educativo nei paesi arabi affinché l’incitazione alla violenza facesse posto al rispetto reciproco.
Con la speranza che queste riflessioni portate al pubblico possano suscitare quali sono i mezzi più appropriati per dialogo e convivenza nel mondo globalizzato, tema anticipato dal cardinale Martini con la Sua lettera Noi e l’Islam pubblicata nel 1990 in anticipo sulla globalizzazione e rivoluzione internet..
Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R036 - UN GESTO DI CORAGGIO

CORSERA – 24/7/2016

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I miei amici musulmani attingono la loro fede dal corano, dalle prediche, dal loro sforzo personale e dall’ambiente dove vivono. I terroristi “jihadisti” attingono anche loro alle stesse fonti, corano prediche ed incitamenti a vivere il”vero islam”. Pertanto i gesti coraggiosi che mi sento di chiedere ai musulmani tutti, è una condanna espressa con maggiore determinazione soprattutto dalla società civile, dai movimenti religiosi e dal vasto mondo delle moschee.

A mio parere il terrorismo può essere sconfitto attraverso il sostegno della maggioranza dei musulmani che amano la pace e che condannano il terrorismo. Soltanto cosi potrebbe avvenire un processo di prosciugamento dei tanti bacini dove nascono e si sviluppano le idee di un islam radicale e violento e si alimentano odi e risentimenti nei confronti di un Occidente nemico e colonizzatore.

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