R029 - ISLAM MODERATO?

Appunti 1998

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Il direttore di una pubblicazione saudita ha scritto recentemente: non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani; massacri contro bambini e civili perpetrati in nome di Dio (Allah) Clemente Misericordioso. Già nel 2002 i più noti leader religiosi musulmani giustificavano le azioni di martirio dei mujàhidìn trovandone il fondamento nel Corano e nella tradizione del profeta. Le vicende quotidiane della guerra in atto riportano sempre più che il controllo della popolazione, rimane da parte degli ulemas e degli immam delle moschee, tanto che sono diventati gli interlocutori privilegiati dei governi occidentali. Diventa evidente che la lotta contro l’integralismo religioso può essere vinta soltanto con l’apporto che potrebbero dare i leader religiosi musulmani nei paesi arabi, e tutti i mezzi dovrebbero essere adottati dai paesi interessati per ottenerne l’adesione. Le varie iniziative pubbliche di dialogo intraprese dalle organizzazioni cristiane in occidente possono dare il loro frutto soltanto se fossero replicate nei paesi islamici. E’ indispensabile che la strada del dialogo sia percorsa anche nei paesi islamici, arabi e non arabi.
Personalmente non credo alla definizione di “islam moderato”. Esiste un solo islam, applicato in misure così diversi a secondo dei governanti del momento e del potere in atto in un dato luogo; in nessun caso risulta contenere gli ingredienti di quello che noi chiamiamo democrazia: libertà e uguaglianza.

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R030 - IRAK, DEMOCRAZIA, ISLAM, VUOTO DI POTERE

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Un paese dove vige la democrazia è quello da Lei definito, caro Mieli, dove vigono libertà di pensiero, di scelta religiosa, di uguaglianza di diritti tra i cittadini senza alcuna discriminazione di sesso o di credo religioso. La democrazia non è un abito “pret à porter” ma va conquistata a caro prezzo, un prezzo che i popoli occidentali e quello irakeno stanno pagando caro. Mi chiedo se la strada imboccata attualmente sia quella giusta per la conquista della meta cosi ambita; infatti, le vicende quotidiane della guerra in atto riportano sempre più che il controllo della popolazione, almeno di quelli che fanno notizia e più vociferanti, rimane da parte degli ulemas e degli imam delle moschee. E’ evidente che lasciare il periodo di transizione agli irakeni sarebbe dare mano libera al potere religioso, che ha prontamente riempito il vuoto lasciato da Saddam e sembra essere diventato l’interlocutore privilegiato dei governi occidentali in questo momento delicato. Non saranno loro a rappresentare il popolo, o dettare le loro condizioni per decretare la legge islamica?. Una legge prevalente in tutti i paesi arabi ma che non contiene gli ingredienti di quello che noi chiamiamo democrazia:libertà e uguaglianza.

Giuseppe Samir Eid

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R031 - LA CONSULTA ISLAMICA PRIMO PASSO VERSO LA SHARIA IN ITALIA?

FAX – 2006

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La consulta, primo passo verso la sharia in Italia?
una mia amica musulmana si è trasferita da un paese arabo verso lo stato dell’Ontario in Canada per fuggire dalle discriminazioni insiti nella sharia contro le donne. Purtroppo nell’Ontario esiste una proposta di legge che consente di applicare la sharia ai problemi delle famiglie; cosi la mia amica in Canada è passata dalla padella alla brace grazie alla locale consulta. Il Presidente dell’UCOII il medico dott. Nour avendo dichiarato alla TV al ministro Turco che le leggi italiane si avvicinano (dovrebbero) piano piano alla sharia,non sarà che ci sia l’intenzione di strumentalizzare la consulta italiana come tentativo di un primo passo verso l’introduzione della sharia in Italia?

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R032 - A PROPOSITIO DELLE VIGNETTE

FAX – 17/9/2006

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A proposito delle “vignette”
La chiarezza di Magdi Allam va incoraggiata in tutti modi:esprime quello che molti pensano ma pochi dicono ad alta voce; ragione per la quale è sotto tiro proprio da parte di quelli che si sentono in colpa: sono i musulmani che negano il dato di fatto storico e che ignorano il contenuto spirituale del corano. La storia continua a ripetersi. A mio parere soltanto un ferma presa di posizione del proprio convincimento culturale e dell’identità propria ci faranno rispettare da i nostri “avversari”. Senza tentennamenti e senza scuse. Anzi, sono convinto che molti intellettuali dei paesi arabi avrebbero sottoscritto le verità storiche dichiarate dal papa Ratzinger, ma non possono farlo apertamente: non tutti hanno la voglia di vivere sotto scorta.
In conclusione: da ricordare che il papa è a capo di uno stato con relazioni diplomatiche con quasi tutti gli stati del mondo, la sua struttura diplomatica dovrebbe pretendere da i rispettivi governi le pubbliche smentite da parte dei predicatori di odio che hanno aizzato gli animi contro persone inerme e infangato un capo di stato minacciandolo di morte. farlo sapere.
Domando: a) quale è stato l’atteggiamento dei nostri politici europei? B) quale interesse avrebbe avuto il prestigioso New York Times ad accendere il fuoco?

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