DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

91 In certi Paesi islamici i cristiani o certi gruppi cristiani sono espulsi. Altrove, li si porta di diritto o di fatto ad uno statuto di secondo piano che li costringe ad emigrare. Il fenomeno si accelera con la salita dei mo- vimenti integralisti o islamisti all’interno del- la società musulmana, che predicano una “jihad” permanente e l’esclusione totale dei non musulmani dalle zone anticamente islamizzate, come il mondo arabo. TURCHIA La Turchia ottomana aveva intrapreso nel 1915 l’elimianzione della minoranza cristia- na armena d’Anatolia orientale ( un milione e mezzo di persone). Nel 1992 Mustafa Kemal espulse la comu- nità greco ortodossa d’Asia Minore (1,5 milioni di persone), misura seguita da un cambio di popolazione: il trasferimento in Anatolia dei Turchi che vivevano ancora in Grecia (500 mila persone) . All’incirca 300.000 Greci vivevano ancora nella regione di Istanbul, e del mar di Mar- mara, rassicurati dal regime repubblicano e laico, istituto da Kemal a partire dal 1923: le discriminazioni all’inizio degli anni ’40 poi una serie di pogrom all’inizio degli anni ’50 comportano delle partenze di massa. Non di meno la Repubblica turca ha puni- to gli istigatori dei pogrom: arrivando fino a condannare alla forca il Primo Ministro dell’epoca, Adnan Menderes. Ora in Tur- chia non rimangono che 100.000 cristiani. SIRIA Le comunità cristiane (greco-ortodosse, melchite, armene, aramaiche) formavano un quarto della popolazione siriana all’inizio del 20° secolo. Esse rappresentano ancora il 7% della popolazione attuale: 1,5 milioni su 20 milioni. Questa relativa sopravviven- za si spiega per le particolarità della politica locale: il regime Assad, posto dal 1970, si appoggia sulla minoranza musulmana alau- ita che, al fine di controbilanciare la mag- gioranza sunnita (un po’ più del 50% della popolazione) ha stretto delle alleanze con le altre minoranze del Paese, cristiani ma anche drusi o sunniti kurdofoni. Pertanto, i cristiani non hanno cessato d’interrogar- si sull’avvenire. E di emigrare, quando ne avevano l’occasione. Al bisogno si fanno passare per palestinesi all’estero, al fine di beneficiare degli aiuti caritativi o delle sim- patie politiche. Una “menzogna onesta”: una parte dei pa- lestinesi sono di origine siro-libanese. LIBANO Nel 1932, 800.000 cristiani formavano il 55% di una popolazione libanese stimata di 1,5 milioni di persone. Oggi, dopo diver- se turbolenze e soprattutto la lunga guerra civile della fine del XX secolo (1975-1990) i cristiani sono 1,5 milioni, il 27% su 4,5 milioni. Più della metà di loro sono dei ri- fugiati “dall’interno”, cacciati dalla loro città o villaggio d’origine e costretti a reinserirsi nelle ultime roccaforti a maggioranza cri- stiana, come la periferia est di Beirut. Una diaspora libanese cristiana si è costituita in Europa, Stati Uniti, America del Sud, Africa Subsahariana, Australia. In totale essa con- terebbe 6 milioni di persone, di cui 2 milioni negli Stati Uniti. Se il Presidente della Re- pubblica è sempre un cristiano (una tradi- zione dal 1943) il potere reale è ormai nelle mani dei musulmani sunniti o sciiti. Certi clans cristiani si sono alleati con gli alauiti siriani “protettori” e occupanti il Libano dal 1990. Altri, in particolare il Patriarca maro- nita Nasrallah Sfeir, militano per la restau- razione dell’indipendenza nazionale. PALESTINA All’inizio del 20 secolo i cristiani formavano quasi ¼ della popolazione araba palesti-

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