DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

31 di quanti abitano i paesi del Medio Oriente e delle difficoltà che si trova a fronteggiare un giovane proveniente da contesti cultu- rali a noi così lontani, nell’impatto con la mentalità dell’ Occidente. Colmare il fos- sato che ancora oggi separa culturalmente il mondo islamico da quello occidentale a partire dall’esperienza dei cristiani d’O- riente e delle minoranze in generale: que- sto potrebbe essere il nostro obiettivo nella speranza che le differenze si trasformino, finalmente, da occasione di discriminazio- ne in strumenti di reciproco arricchimento. La riscoperta dei valori a partire dai quali le società si sono evolute ha dimostrato di dare dinamicità alle culture. Ci spinge il profondo rispetto per una tradizione cultu- rale di grande spessore e ci urge al tempo stesso il fatto del progressivo restringer- si del bacino del Mediterraneo sul quale uomini e popoli non solo si affacciano ma sempre più si mescolano e interagiscono. Con l’avanzare delle moderne tecnologie e delle comunicazioni il pianeta è diventa- to un grande paese; il momento è dunque propizio per sfruttare le potenziali sinergie date dalla promiscuità dei popoli e delle culture per prepararci ad un XXI secolo di pace e di sviluppo economico. Quale turismo proporre? Si viaggia per tante ragioni: per lavoro, per studio, per curiosità, per noia, per dimenti- care, per sperperare denaro, per inseguire i sogni o le illusioni, per occupare il tem- po, per restar soli con noi stessi. Qualcu- no viaggia perfino per cercare Dio. Quel che possiamo proporre, alla luce di quanto detto, è viaggiare nel Vicino Oriente non solo per turismo, ma abbinando il viaggio a uno studio e a un’esperienza umana, in- tensa in paesi difficili ma affascinanti, dove la moderna tecnologia non ha cancellato ne la memoria dell’antico ne le tradizio- ni di ospitalità e bellezza. Un viaggio alla ricerca del colore e del sapore vivo della storia. Oltre alle visite ormai tradizionali ai monumenti e tracce di civiltà passate, si può proporre ai turisti la realtà odierna delle regioni visitate. La maggior parte non conosce l’esistenza di cristiani locali e le tradizioni della Chiesa nei paesi visitati, limitandosi a pensare a un mondo islami- co uniforme, e questo vale per tutti i paesi del Medio Oriente e di parte del Nord Afri- ca. Il turismo nei due sensi, dall’Europa al Medio Oriente e dal Medio Oriente verso l’Europa, può essere dunque l’occasione per riscoprire l’eredità culturale e religiosa come reciproco arricchimento verso nuo- vi orizzonti. Per conoscere più da vicino il mondo islamico e il suo rapporto con le minoranze cristiane, con le quali convi- ve da sempre. Riporteremo dal viaggio un bagaglio di conoscenze utili per dare il meglio del nostro contributo alla nuova fisionomia della nostra società multi etni- ca. Quanto ai giovani e al mondo univer- sitario, sono i più ricettivi al cambiamento, sempre alla ricerca di nuove esperienze per confrontarsi. Si dovrebbero estendere al Medio Oriente le formule di viaggio per i giovani attualmente in vigore in Occiden- te, come i campi di lavoro per studenti, lo scambio di gruppi di studenti o di classe in- tere, la stipula di protocolli o di convenzio- ni tra le università, ecc. Sono formule che andrebbero adottate nelle due direzioni, dalle autorità dei paesi mediterranei per uno scambio che coinvolga Sud e Nord, naturalmente dopo un’adeguata prepara- zione dei giovani per prepararli a vivere al meglio l’esperienza transitoria concordata dai rispettivi governi. Il turismo occidenta- le si svolge attualmente principalmente in gruppi, entro itinerari ben precisi, villaggi o alberghi che riproducono l’ambiente oc- cidentale sfruttando le bellezze naturali e i servizi offerti localmente relativamente a buon mercato. Le visite a monumenti e vestigia del passato agiscono soltanto da contorno. Spetta a noi ricordare che la visita alle terre eredi delle civiltà fenicia, egiziana, aramaica, siriaca, greca, ecc.

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