DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

175 ni parallele anche nei paesi di provenienza degli immigrati. Nell'immediato occorre gestire integrazione di una permanenza breve o lunga non si sa ancora. I centri di accoglienza In Italia i centri sono a maggioranza ge- stiti da associazione di ispirazione cristia- na, nella convinzione che queste strutture possano diventare un laboratorio vivente, in cui il convivere di fedi e culture diverse sotto lo stesso tetto sia occasione impor- tante di reciproca comprensione. L'av- vicinamento fra mondi culturali diversi, reso possibile dai centri di accoglienza, renderebbe più facile la convivenza e l'inserimento dei giovani immigrati nella nostra società. Dare un esempio di reci- proco rispetto e libertà di pratica religio- sa su un piano di uguaglianza potrebbe consentire di smussare quel fanatismo religioso presente nei paesi a maggioran- za musulmana, fornendo un contributo importante alla libertà delle Chiese del Medio Oriente. I responsabili dei centri Emerge quale responsabilità morale e sto- rica incomba su coloro che dirigono le case di accoglienza per gli immigrati. Essi han- no l'importante impegno di svolgere il loro compito fino in fondo, nella piena coscienza delle conseguenze della loro attività. Ma perché ciò si compia è necessario conside- rare l'immigrato come una persona, nella sua globalità. Se si capisce questo, allo- ra diventa importante offrire un soccorso materiale a chi ne ha bisogno. Ma tutto ciò non deve far dimenticare lo scopo primario dell’accoglienza: provvedere a un soccorso spirituale, adoperarsi affinché nelle comuni- tà regnino l'amore e la fraternità, dare una testimonianza di umanità ai propri ospiti, cercare occasioni di colloquio nelle quali comunicare a chi è stato accolto le ragio- ni di ciò che viene fatto e gli scopi del cen- tro di accoglienza. L'integrazione culturale non può essere considerata un problema secondario rispetto a quello dell'assisten- za materiale. I due aspetti devono essere compresenti, altrimenti il rischio è che i rifugiati interpretino falsamente i centri di accoglienza come enti assistenziali come luoghi che, in cambio dell'assistenza fornita, mirano in re- altà al proselitismo. Integrazione culturale La questione del dialogo fra civiltà e men- talità differenti non può comunque essere demandata esclusivamente ai volontari. Di fronte a questa urgenza anche le istituzioni debbono fare la loro parte. A livello politico l'attenzione è rivolta ai problemi originati dall'incremento del flusso migratorio, men- tre poco o niente si fa per l'integrazione cul- turale dell'immigrato rifugiato nella nostra società. Un'errata concezione della laicità dello stato induce a non sfiorare in ambito pubblico argomenti che abbiano a che fare con la religione. Al contrario l'aspetto reli- gioso rappresenta per ogni arabo, in que- sto caso penso ai siriani, una dimensione naturale della vita, è parte integrante della propria identità, sia che egli professi la fede cristiana sia che appartenga alla comunità musulmana. Negare a chi giunge nel nostro paese da contesti culturali così lontani no- tizie minime su ciò riguarda la cultura oc- cidentale equivale a promuovere un inseri- mento monco nella nostra società. L'importanza di un'azione che faccia co- noscere agli immigrati le base su le quali sono fondate le società europee sarebbe poi accentuata dalla possibilità di divenire la scintilla capace di innescare quel processo di apertura dei compartimenti stagni che oggi esistono tra Europa e mondo arabo, tra cristiani e musulmani e, nello stesso tempo, potrebbe rappresentare una forte spinta perché vengano prese misure con- crete capaci di smussare il fenomeno del fanatismo reli- gioso che è alimentato oggi da alcune sedi

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