R030 - IRAK, DEMOCRAZIA, ISLAM, VUOTO DI POTERE

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Un paese dove vige la democrazia è quello da Lei definito, caro Mieli, dove vigono libertà di pensiero, di scelta religiosa, di uguaglianza di diritti tra i cittadini senza alcuna discriminazione di sesso o di credo religioso. La democrazia non è un abito “pret à porter” ma va conquistata a caro prezzo, un prezzo che i popoli occidentali e quello irakeno stanno pagando caro. Mi chiedo se la strada imboccata attualmente sia quella giusta per la conquista della meta cosi ambita; infatti, le vicende quotidiane della guerra in atto riportano sempre più che il controllo della popolazione, almeno di quelli che fanno notizia e più vociferanti, rimane da parte degli ulemas e degli imam delle moschee. E’ evidente che lasciare il periodo di transizione agli irakeni sarebbe dare mano libera al potere religioso, che ha prontamente riempito il vuoto lasciato da Saddam e sembra essere diventato l’interlocutore privilegiato dei governi occidentali in questo momento delicato. Non saranno loro a rappresentare il popolo, o dettare le loro condizioni per decretare la legge islamica?. Una legge prevalente in tutti i paesi arabi ma che non contiene gli ingredienti di quello che noi chiamiamo democrazia:libertà e uguaglianza.

Giuseppe Samir Eid

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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