DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

38 blemi che le istituzioni politiche non hanno saputo trovare. Nonostante la posizione espressa sia nel complesso moderata, questi intellettuali guardano con favore all’emigrazione dei giovani in Occidente. Anche se la motiva- zione è essenzialmente economica, li con- siderano tuttavia importanti pedine nell’e- spansione islamica in Europa. Sono ben visti anche i matrimoni misti con ragazze cristiane, purché costituiscono il primo pas- so verso l’islamizzazione della famiglia eu- ropea. Nei paesi arabi cresce sempre più il nume- ro di donne cristiane sposate a musulmani. Il matrimonio in molti casi è avvenuto in Eu- ropa; in seguito la donna ha seguito il marito nel paese d’origine. La condizione di queste donne, in un contesto dominato dall’islam, è spesso problematica. Anche in Italia, con l’aumento dell’immigrazione dal Nordafrica e dal Medioriente, sono aumentati i matri- moni misti e le unioni di fatto senza vincolo matrimoniale, che generano in molti casi problemi inaspettati per il coniuge occiden- tale anche quando questi non è cristiano praticante. Per questo motivo chi pensa di intraprendere un’esperienza coniugale con un musulmano, è bene si informi a fondo sulle leggi vigenti nel paese d’origine del partner. Nei paesi arabi o islamizzati, la legge è comunque sempre dalla parte del musulmano a scapito del non-musulmano. I vincoli giuridici con lo stato, all’interno del matrimonio, verso i figli: tutto è a vantaggio del cittadino musulmano. Naturalmente la posizione giuridica del coniuge cristiano mi- gliora dopo la sua conversione all’islam e l’abbandono della religione originaria. Questa disparità giuridica è ancora più grave quando il coniuge non musulmano è donna. Per chi decide di sposare un musul- mano diventa oggettivamente difficile con- tinuare a professare la propria fede. Eppure la testimonianza cristiana, pur discreta, nel contesto della famiglia islamica potrebbe creare nuove opportunità di dialogo, favo- rendo la conoscenza reciproca e il rispetto tra i credenti dell’unico Dio. Certo è neces- sario un lavoro di sostegno nei confronti di questi cristiani, soprattutto donne, che si trovano immersi nella realtà islamica. A livello giuridico la Francia per prima ha raggiunto un accordo con l’Algeria per cer- care di mitigare la situazione d’inferiorità in cui finisce per trovarsi il coniuge occidentale nei matrimoni misti. L’accordo prevede che valga il diritto matrimoniale del paese dove si sono contratte le nozze. 6. Studenti musulmani in Occidente Sono molti, ormai, i giovani musulmani che arrivano in Occidente per motivi di studio. Una volta raggiunta la laurea, non tutti ri- tornano però nel paese d’origine. Anzi, la maggior parte si stabilisce in Europa, dove trova indubbiamente maggiori opportunità lavorative. Quasi sempre l’integrazione di questi giovani nella società occidentale ha successo, tanto che alcuni diventano affer- mati professionisti. E’ un fenomeno, questo, che se da una parte suscita ammirazione, dall’altra non può non provocare rammari- co: quante occasioni sprecate per migliora- re i rapporti tra mondo islamico e mondo occidentale! Questi giovani musulmani, dopo gli anni di studio, forti delle loro esperienze e della fa- miliarità raggiunta con la cultura occidenta- le, potrebbero svolgere in patria un impor- tantissimo ruolo: farsi “ponte” tra la civiltà occidentale e quella orientale, trasmetten- do il bagaglio culturale acquisito nel rispetto della propria identità culturale. Paradossal- mente, coloro i quali si stabiliscono in Oc- cidente finiscono per assumerne in manie- ra acritica la cultura, perdendo la propria identità. Insomma, spesso i musulmani, a contatto con la cultura dell’Occidente, spe- rimentano i due atteggiamento opposti: l’o- mologazione o il rigetto, con le conseguenti chiusure in chiave integralista.

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