DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

248 UN LETTORE DOMANDA: È SEMPRE LO STESSO DIO? Il dott. Giuseppe Samir Eid, nato in Egitto da genitori di origine siro-libanese, ha la- vorato per aziende multinazionali operanti anche nei paesi islamici; co-fondatore del CADR, Centro Ambrosiano di Documenta- zione per le Religioni e autore di numerose pubblicazioni sulle realtà dell’immigrazione araba in Italia e nostro parrocchiano, ha sottoposto a don Walter alcune precisazioni sull’esortazione apostolica di papa France- sco “Evangelii gaudium” alle quali volentieri il nostro parroco ha risposto. Ringraziamo il dott. Eid per la sua provocazione. Scrive il dott. Giuseppe Eid: I musulmani “adorano con noi un Dio unico, misericordioso” (n. 252) – Io prenderei con cautela questa frase in quanto abbiamo due concezioni abbastanza diverse dell'unicità divina È vero che i musulmani adorano un Dio unico e misericordioso ma questa fra- se suggerisce che le due concezioni di Dio sono uguali. Invece nel cristianesimo Dio è Trinità nella sua essenza, pluralità unita dall'amore. È un po' più che sola clemenza e misericordia. Quella musulmana carat- terizza Dio come inaccessibile. La visione cristiana dell'unicità trinitaria sottolinea che Dio è Amore che si comunica: Padre-Fi- glio-Spirito, oppure Amante-Amato-Amo- re, come suggeriva Sant'Agostino. Poi, anche la misericordia del Dio islamico cosa significa? Che Lui fa misericordia a chi vuole e non la fa a coloro a cui non vuole. “Dio fa entrare nella Sua misericordia chi Egli vuole” (Corano 48:25). Queste espres- sioni si trovano in modo quasi letterale nell’Antico Testamento (Esodo 33:19). Ma non si arriva mai a dire che “Dio è Amo- re” (1 Giovanni 4:16), come si esprime san Giovanni. La misericordia nel caso dell’Islam è quella del ricco che si china sul povero e gli conce- de qualcosa. Ma il Dio cristiano è colui che scende verso il povero per innalzarlo al suo livello. Non mostra la sua ricchezza per es- sere rispettato (o temuto) dal povero: dona se stesso per far vivere il povero. Queste differenze non debbono scoraggiare le per- sone di buona volontà di condividere pre- ziose risorse per costruire la cultura globale della Pace e della Fraternità. Don Walter risponde: 1. Quanto affermi è vero, ma la correttezza della affermazione che i musulmani “ado- rano con noi un Dio unico, misericordioso” è compensato dal fatto che, per correttez- za di lettura, non ci si ferma o non ci si do- vrebbe fermare alla affermazione del n. 252 della “Evangelii gaudium”, ma la dovrebbe leggere nella sua interezza, evidenziandone l’intenzione che è la riscoperta di un annun- cio gioioso del vangelo di Gesù Cristo nel mondo contemporaneo 2. Tenendo inoltre conto ad esempio che nel numero precedente, il 251, si afferma che “in questo dialogo, sempre affabile e cor- diale, non si deve mai trascurare il vincolo essenziale tra dialogo e annuncio, che por- ta la Chiesa a mantenere ed intensificare le relazioni con i non cristiani. Un sincretismo conciliante sarebbe in ultima analisi un to- talitarismo di quanti pretendo di conciliare prescindendo da valori che li trascendono e di cui non sono padroni. La vera apertu- ra implica il mantenersi fermi nelle proprie convinzioni più profonde, con un’identità chiara e gioiosa, ma aperti ‘a comprendere quelle dell’altro’ e ‘sapendo che il dialogo può arricchire ognuno’. Non ci serve un’a-

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