DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

21 dell’esplosione demografica e della laurea ad ogni costo. I militanti islamici vengono reclutati all’interno di questo universo stu- dentesco e di giovani diplomati. I gruppi pietisti, dal canto loro, fanno adepti negli strati globalmente meno istruiti e attira no le classi di età più avanzata. Il fondamentalismo ha presa sulle masse arabe islamiche perché queste non hanno nessuna conoscenza dei concetti basilari della religione cristiana. C’è chi addirittu- ra sfrutta questa situazione per mettere in atto operazioni mistificatorie con l’obietti- vo di denigrare i cristiani proponendo un falso Vangelo in arabo (cfr. lo pseudo Bar- naba del XIV secolo) che viene poi fatto passare per vero, di fronte al popolo. Tutto questo accade in paesi in cui ogni arabo cristiano studia il Corano, in quanto rappresenta una materia fonda mentale di ogni curriculum scolastico fino all’esame di maturità. A ciò si aggiunga il fatto che nella maggior parte dei paesi musulmani l’islamizzazione è portata avanti attra- verso una propaganda a tappeto che non disdegna l’uso di tutti i moderni mezzi di comunicazione di massa. Alcuni esempi: ogni quotidiano ha una rubrica dedicata alla presentazione dei fondamenti dell’i- slam; le lezioni nelle scuole ed i program- mi televisivi vengono interrotti in occasio- ne dell’appello alla preghiera; un’emittente radiofonica è riservata alle trasmissioni di programmi sull’islam, senza che nessuno spazio venga riservato per le minoranze cristiane: inoltre la studentessa è messa sotto pressione psicologica per ché porti il velo. Questa situazione raggiunge le sue punte estreme nella regione meridionale del Su- dan: qui su un totale di 8 milioni di abitan- ti. 4.5 milioni di animisti ed 1,5 di cristiani sono costretti a vivere sottomessi alla sha- ria, la legge islamica che discrimina chiun- que non sia musulmano (fu sospesa prov- visoriamente nel 1991 dietro la pressione internazionale). Come si può ben vedere in casi come questo, la discriminazione giunge addirittura ad avere un fondamen- to giuridico. Ad esempio, l’essere cristiano diventa un ostacolo per chi voglia usufrui- re di un qualunque servizio pubblico. E’ evidente come questo tipo di emargi- nazione sociale possa essere an che più insidioso della lotta armata. In questo panorama l’unica eccezione nel- le condizioni di vita dei cristiani era rappre- sentata dal Libano. In questo paese infatti il capo dello stato, che secondo la costi- tuzione deve essere cristiano, si trova in una posizione di equilibrio di potere con i suoi pari musulmani nelle riunioni fra i capi di stato arabi. Ma nel dramma che oggi sta vi vendo il Libano tutto questo è an- cora vero? Ed in futuro i cristiani potranno mantenere in questo paese i propri diritti? E’ difficile oggi dare delle risposte rassi- curanti a queste domande. Eppure Louis Massignon, il più grande islamista dei no- stri tempi, fu colpito dalla grande mistica musulmana, rappresentata soprattutto da Ibn Mansùr al-Hallaj, il maestro soufi che fu crocifisso e poi arso vivo alla Por- ta dell’Arco a Bagdad nel 922. «Esiste un popolo - scriveva Louis Massignon - che nessuno veramente ama perché nessuno veramente conosce, e che nessuno vera- mente conosce perché nessuno veramen- te ama, e questo popolo è il popolo musul- mano. Sento il dovere di dedicare tutta la mia vita per farlo conoscere e amare dai cristiani». Chiede va poi la recita dell’An- gelus quando i musulmani, cinque volte al giorno, si richiamano alla preghiera. Louis Massignon era riuscito a far prendere co- scienza ai suoi amici della missione di te- stimonianza dei cristiani orientali in terra d’islam. Questo movimento portò molti a scoprire il ruolo importante che potrebbe essere giocato nel dialogo interreligioso dagli arabi cristiani. I fedeli delle Chiese del Me dio Oriente potrebbero divenire un im- portante ponte fra l’Occidente e l’Oriente.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQwMTE=