DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

19 europea, ma non una nazione europea. Queste confusioni sono fonte delle guerre in Medio Oriente, perché se parliamo di nazione islamica, mischiamo un concetto politico a uno religioso. Penso che in questo caso sia importante introdurre il concetto di ambita. Il termine è stato coniato intorno al 1880, da Yazgi, un poeta libanese cristiano, con la frase “svegliatevi, o arabi”. La frase, come strategia tattica, chiamava tutti i pa- esi arabi ad unirsi contro l’Impero Ottoma- no. L’unione non poteva avvenire tramite l’islam, perché non tutti erano musulmani; far lo a livello di nazione, significava divide- re tutti i paesi. L’ambita era ciò che univa tutti i paesi e persone sia cristiane che mu- sulmane. Devo riconoscere che oggi i cri- stiani arabi spesso rifiutano di dirsi arabi. Il rifiuto è causato da una forte tendenza di questi ultimi vent’anni a identificare tutti gli arabi con l’islam. Ad esempio Gheddafi, il presidente della Libia, ha difficoltà a conce- pire che ci siano degli arabi non musulmani. Molti cristiani hanno pensato che se arabo significa musulmano, di conseguenza, non essendo loro musulmani, allora non sono neanche arabi. I cristiani arabi vivono in un mondo arabo che per il 90% è musulma- no, quindi culturalmente sono musulmani, come un ateo francese o italiano è cultu- ralmente cristiano. Non è possibile pensare alla cultura italiana o francese prescinden- do dal cristianesimo, come non è possibile pensare alla cultura araba senza l’islam. Flash sull’islam L’islam è una religione fondata dal profeta Mohamed (o Maometto) nel VII secolo d.C. La legge islamica o sharia trae le sue fonti dal Corano, il libro rivelato da Maometto, e dal hadith, che narra la sua vita. L’insegna- mento predominante e l’applicazione della sharia si rifanno ai concetti seguenti: - l’islam è sia stato sia religione, contiene un progetto sociale immutabile; il Corano ha gettato le basi per reggere la società civile per tutti gli uomini in tutti i tempi e luoghi; - tutti i musulmani fanno parte della stessa nazione: umma. Nonostante le frontiere, il concetto di nazione predo mina nella filoso- fia musulmana; - fuori dell’islam non c’è salvezza; tutto l’u- niverso deve diventare musulmano, anche se non tutti i fedeli sono unanimi sui mezzi da usare per il raggiungimento del fine; - superiorità giuridica del musulmano e tol- leranza verso le altre religioni monoteiste, la gente del libro, ossia ebrei e cristiani. Da ciò si capisce chiaramente come il fatto- re religioso non possa essere trascurato, se vogliamo affrontare seria mente qualsiasi problema del Medio Oriente. Se andiamo infatti ad approfondire le cause di tutti i dis- sidi esistenti in questa regione, scopriamo che in un modo o nell’altro questi si ricolle- gano ad implicazioni di carattere religioso. La sharia è la legge; le sue fonti so no: il Corano, il libro rivelato: ì hadith. la vita nar- rata di Mohamed: igtihad. o lo sforzo, che consiste nell’emissione di una regola pro- clamata dai dottori della legge basata sul ragionamento per analogia su un fatto nuo- vo messo a confronto con uno preceden- te, già oggetto di regola esistente. I dottori della legge hanno smesso di promulgare regole dopo il IX secolo a seguito di abusi. Nel sistema giuridico religioso musulmano, gli ebrei e i cristiani hanno diritto di vive- re in libertà e, in alcuni casi, a praticare il proprio religioso; non possono però avere incarichi che siano socialmente o eticamen- te rilevanti. Ad esempio è accettato un ma- trimonio tra un musulmano e una cristiana, perché essendo il musulmano privilegiato giuridicamente, automaticamente i figli sa- ranno come il padre, ed eventualmente si cercherà di convertire anche la madre. Non è accettato invece il tra un cristiano e una musulmana per ché, in questo caso, si teme che la donna passi alla religione cristiana, perdendo quindi una fedele. Nell’islam non si è ancora verificato il passaggio dalla tol-

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