DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

169 CREDIAMO NELLO STESSO DIO? Il dott. Giuseppe Samir Eid ha sottoposto a Don Walter alcune precisazioni sull'e- sortazione apostolica di papa Francesco "Evangelii gaudium" alle quali volentieri il nostro parroco ha risposto. Caro don Walter, i musulmani "adorano con noi un Dio unico, misericordioso" (E. G. n. 252). Io prenderei con cautela questa frase. E vero che i musulmani adorano un Dio unico e misericordioso. Ma questa frase suggerisce che le due concezioni di Dio sono uguali. Invece nel cristianesimo Dio è Trinità nella sua essenza, pluralità unita dall' amore. E un po’ più che sola clemen- za e misericordia. Abbiamo due concezio- ni abbastanza diverse dell'unicità divina. Quella musulmana caratterizza Dìo come inaccessibile. La visione cristiana dell'u- nicità trinitaria sottolinea che Dio è Amo- re che si comunica: Padre-Figlio-Spirito, oppure Amante-Amato-Amore, come suggeriva sant’Agostino. Poi, anche la misericordia del Dio islamico cosa signi- fica? Che lui fa misericordia a chi vuole e non la fa a coloro a cui non vuole. "Dio fa entrare nella Sua misericordia chi Egli vuole" (Corano 48:25). Ma non si arriva mai a dire che "Dio è Amore" (1 Giovanni 4:16), come si esprime San Giovanni. La misericordia nel caso dell’Islam è quella del ricco che si china sul povero e gli con- cede qualcosa. Ma il Dio cristiano è colui che scende verso il povero per innalzarlo al suo livello. Non mostra la sua ricchezza per essere ri- spettato (o temuto) dal povero: dona sé stesso per far vivere il povero. Queste differenze non debbono scoraggiare le persone di buona volontà di condividere preziose risorse per costruire la cultura globale della Pace e della Fraternità. Giuseppe Samir Eid -------------------- Caro Giuseppe 1. Quanto affermi è vero, ma la correttezza della affermazione che i musulmani "ado- rano con noi un Dio unico, misericordioso" è spiegata dal fatto che, per correttezza di lettura, non ci si ferma o non ci si dovrebbe fermare alla affermazione del n. 252 della "Evangelii gaudium", ma la si dovrebbe leg- gere nella sua interezza, evidenziandone l'intenzione che è la riscoperta di un annun- cio gioioso del vangelo di Gesù Cristo nel mondo con temporaneo. 2. Tenendo inol- tre conto ad esempio che nel numero pre- cedente, il 251, si afferma che "in questo dialogo, sempre affabile e cordiale, non si deve mai trascurare il vincolo essenziale tra dialogo e annuncio, che porta la Chiesa a

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