DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

16 unico con la stessa determinazione con la quale si è costruito l’accordo di pace. Per il Libano si presentano rischi e opportu- nità. Il rischio è di essere assorbito nell’orbi- ta islamica dei paesi circostanti, diventando una regione anonima come tante altre; tale eventualità aggraverebbe la situazione dei cristiani favorendone l’emigrazione verso migliori orizzonti. L’opportunità, invece, è quella offerta ai li- banesi di ritrovare il loro leggendario spiri- to imprenditoriale che ha costituito la forza della sua economia e il motore dello svilup- po economico dei paesi del Golfo. Il Libano ha dato origine ai primi tentativi di rilancia- re la cultura araba: lingua, letteratura, pen- siero filosofico. Con il loro tipico attivismo i discendenti dei Fenici han no seminato nel secolo scorso i primi fermenti politici appia- nando così la strada per l’indipendenza di tutti i territori che facevano parte dell’im- pero ottomano. Il pluralismo religioso, la vivacità della sua cultura che deriva dalla libertà di espressione (unica in un paese arabo del Medio Oriente) danno vigore alla civiltà di questa piccola nazione che potreb- be riprendere il ruolo di gui da nella regione e di ponte fra Oriente e Occidente. L’uni- co esempio di nazionalismo arabo privo di estremismo religioso: il sogno dell’unità araba tra musulmani, ebrei e cristiani. L’ar- rivo in Europa, e ultimamente in Italia, di un forte numero di immigrati arabi ha portato prepotentemente all’attenzione dell’Occi- dente il mondo arabo. Nello stesso tempo però è emersa la consapevolezza, per la stragrande maggioranza della popolazione, di una conoscenza solo superficiale della cultura di quanti abitano i paesi del Medio Oriente. Gli immigrati, specialmente musul- mani, tendono a chiudersi in ghetti; in par- ticolare in Italia la mancanza di idee circa i comportamenti da tenere ha generato no- tevole difformità favorendo atteggiamenti inadeguati e contrari a una reale integrazio- ne degli immigrati musulmani. La convivenza secolare di popoli, etnie e re- ligioni diverse sulla stessa terra libanese, con sentimenti convergenti verso la stessa patria, è di esempio per i nostri centri so- ciali che mira no a una piena integrazione e a una profonda conoscenza reciproca fra i diversi gruppi etnici che ormai abitano il nostro paese. La sopravvivenza del Libano è molto im- portante per tutte le minoranze e ancora di più per gli arabo-cristiani, in quanto è un punto di riferimento per la libertà reli- giosa nel Vicino Oriente arabo a maggio- ranza musulmana. I libanesi che risiedono nei paesi occidentali possono a loro modo contribuire allo sviluppo del loro paese di origine. Sappiamo, infatti, che per lo svi- luppo integrale di uno stato non è suffi- ciente la tecnologia; è indispensabile che ad essa si affianchi un’adeguata prepara- zione culturale per gesti re le trasforma- zioni. La posizione di ponte maturata nei secoli dagli arabi cristiani fra mondo occi- dentale e mondo arabo può permettere, a coloro che vivono in Europa e che meglio conoscono la realtà delle società maggior mente sviluppate, di offrire ai propri con- nazionali le indicazioni in grado di assistere i paesi arabi nel loro sviluppo. Le respon- sabilità degli arabi cristiani emigrati in Oc- cidente nei confronti dei loro fratelli rimasti nei paesi di origine sono dunque grandi. Nei paesi del Medio Oriente, invece, agli arabi cristiani, adeguatamente aiutati dai loro fratelli emigrati, si offre l’opportunità di contribuire ad uno sviluppo che sia ri- spettoso della pro pria identità. Conoscenza reciproca, testimonianza da persona a persona, rapporti fra gli stati: su questi tre livelli credo si giochi la possibilità di un nuovo in contro fra le due sponde del Mediterraneo, nella consapevolezza che l’attuale momento storico, con l’avvici- namento anche fisico di mentalità fra loro tanto diverse, ha aperto nuove frontiere nell’orizzonte del dialogo fra ebrei, cristia- ni e musulmani, uniti nel cammino verso il ventunesimo secolo.

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