R034 - LIBERTA DI ESPRESSIONE, VIOLENZE E RECIPROCITA

CORSERA – 2015

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Gentile dottore de Bortoli:

Gli ultimi numeri del Corriere riportano editoriali che invitano al rispetto reciproco, a non offendere il prossimo (i musulmani). Cito la Baronessa Ashton, Alto Rappresentante per la politica estera dell’UE, :”Non dobbiamo cadere nella trappola che ci stanno tendendo estremisti e terroristi”, “Dobbiamo resistere a coloro che vorrebbero fare della religione un motivo di divisione. La migliore risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione.L’Unione europea non distoglierà lo sguardo”. Lodevole campagna alla quale dovrebbe fare eco un simile atteggiamento da parte dell’Ordine mondiale islamico. A solo scopo informativo allego anche un esempio di come il corano possa essere utilizzato per fomentare odio e violenza oppure rispetto e convivenza (allegato a titolo informativo).
Mi consenta di suggerire ai politici e governanti occidentali le azioni più appropriate per chiedere agli stati islamici che si sentono offesi di far applicare nelle loro società lo stesso rispetto che pretendono da noi. Guarda caso le violenze maggiore succedono di Venerdì all’uscita dalle moschee. La violenza attira altra violenza sino all’auto distruzione e povertà, non per niente negli ultimi venti anni trecento milioni di arabi hanno prodotto soltanto171 brevetti internazionali; la Corea da sola 16328; enormi quantità di tecnologia importata ma poco niente è generato localmente.
Alle belle dichiarazioni debbono far seguito azioni incisive nel campo dell’educazione sia in Occidente ma soprattutto nel mondo arabo . A questo riguardo Il Centro Ambrosiano di Documentazione Religiosa invitava i politici europei a monitorare il materiale educativo nei paesi arabi affinché l’incitazione alla violenza facesse posto al rispetto reciproco.
Con la speranza che queste riflessioni portate al pubblico possano suscitare quali sono i mezzi più appropriati per dialogo e convivenza nel mondo globalizzato, tema anticipato dal cardinale Martini con la Sua lettera Noi e l’Islam pubblicata nel 1990 in anticipo sulla globalizzazione e rivoluzione internet..
Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R036 - UN GESTO DI CORAGGIO

CORSERA – 24/7/2016

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I miei amici musulmani attingono la loro fede dal corano, dalle prediche, dal loro sforzo personale e dall’ambiente dove vivono. I terroristi “jihadisti” attingono anche loro alle stesse fonti, corano prediche ed incitamenti a vivere il”vero islam”. Pertanto i gesti coraggiosi che mi sento di chiedere ai musulmani tutti, è una condanna espressa con maggiore determinazione soprattutto dalla società civile, dai movimenti religiosi e dal vasto mondo delle moschee.

A mio parere il terrorismo può essere sconfitto attraverso il sostegno della maggioranza dei musulmani che amano la pace e che condannano il terrorismo. Soltanto cosi potrebbe avvenire un processo di prosciugamento dei tanti bacini dove nascono e si sviluppano le idee di un islam radicale e violento e si alimentano odi e risentimenti nei confronti di un Occidente nemico e colonizzatore.

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R046 - MOSCHEE, MINARETI, CENTRI PER IL CULTO RELIGIOSO

Corriere – 10/09 – 2016

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ISLAM CARTA VALORI

Gentile dr. Goffredo Buccini:
Concordo appieno con l’ articolo sul Corriere di oggi ven 19/2/2016. Mi consenta di aggiungere a caldo alcuni commenti che Lei, sempre che sia d’accordo, potrebbe elaborare nel modo corretto.
1- giusto consentire la costruzione di sale di preghiere uniche per tutte le corrente islamiche. Non una esclusiva per una corrente specifica.
2- L’islam e i musulmani non è una cosa uniforme, la pratica nel Marocco non è simile a quella del Libano (della Siria! )ne a quella dei paesi del Golfo, del Pakistan e dei paesi asiatici. Pretendere una rappresentanza unica per tutti i musulmani mi sembra difficile e anche controproducente. Promuovere coloro che accettano le nostre norme costituzionali e verificare le eventuali disgressioni.
3-Unica rappresentanza per tutti significa consentire alla corrente più forte, i FM, di condizionare donne e uomini che non aderiscono di subire discriminazioni che avrebbero voluto evitare venendo in Italia.

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R051 - DIALOGO CON L'ISLAM

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se ne parla spesso; non vorrei creare uno stato confessionale; parlerei piuttosto del dialogo con i cittadini senza differenziare l’aderenza religiosa. I pericoli di voler individuare “un islam” che rappresenti il milione di musulmani è evidente ed è stato già fatto rilevare nel corriere.
a.. perché creare dei ghetto per musulmani e discriminare cosi chi non è musulmano?
b.. perché voler creare un istituzione islamica? Lo Stato laico rinuncia alle sue prerogative verso i suoi cittadini?
c.. molti musulmani hanno scelto l’Italia per le sue leggi non discriminatorie e il suo modo di vivere: perché deluderli ricreando un modello sociale dal quale sono fuggiti?
d.. Con quale logica lo stato o i comuni vorrebbero finanziare centri di culto per i musulmani con i soldi di tutti i cittadini? almenoche il centro rimanga di proprietà dell’istituzione con diritto di controllo nella gestione.
e.. musulmani non vuole dire arabo: perché non favorire la gestione di centri italiani? monitorare i predicatori stranieri?
le pongo invece una domanda alla quale non so dare risposta:
20 o 30 anni fa il cittadino europeo non sapeva dell’esistenza dell’islam se non vagamente. Negli ultimi trent’anni l’islam, (musulmani e a loro seguito in vari Centri), si è impiantato in Europa aiutato in questo da certe nostre forze politiche per ragioni che non conosco .
Alcune voci nostrane hanno messo in guardia dal contrasto di culture che potrebbero scaturire dall’arrivo di milioni di persone con usi e costumi chiaramente in contrasto con le legislazioni europee, non ultimo il Cardinale Martini nel 1990, Noi e l’islam.

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.