R017 - SCUOLA ARABA A MILANO. DIECI RAGIONI PER UN NO

16/10 – 2016

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Nel mondo globalizzato, le scuole a carattere nazionale sono sorte al di fuori dei confini nazionali, principalmente a seguito delle aziende multinazionali per i figli dei loro dipendenti trasferiti all’estero per un periodo temporaneo. Ragione per la quale esistono scuole americane o italiane nelle principali città del mondo, ma non ancora scuole egiziane causa la non diffusione di aziende egiziane al di fuori dei confini nazionali, in ogni modo non a Milano dove esiste invece una scuola libica per i dipendenti di aziende libiche presenti nel territorio.
Prendo atto del fatto che la totalità degli allievi della scuola proposta è egiziana o di tale origine. Vorrei però, rammentare ai “Responsabili” e ai nostri politici che non si possono usare indifferentemente la dizione di scuola araba e laica, araba tout-court, egiziana o islamica, dimostrando cosi ignoranza delle diversità culturali sottostante.
Sono partecipe con i sentimenti di solidarietà espressi da varie parti, nonostante ciò, espongo le ragioni per un NO a questa scuola a Milano:

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R018 - MUSULMANI IN ITALIA

19/09 – 2007

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Leggi speciali per i musulmani?

L’instabilità del medio oriente accompagnata dall’odio diffuso contro l’Occidente sono risultati i principali alimenti del terrorismo islamico, fonte di pericolo non soltanto per gli USA ma per tutto l’Occidente e per gli stessi governi dell’area mediterranea. Questa cultura prevalente nella maggior parte dei cosiddetti centri culturali islamici in Italia, influisce non poco sugli immigrati che tendono a cimentarsi intorno a centri che ricorda loro gli ambienti di provenienza. La creazione di questi numerosi centri fa parte di una unica strategia che mira a voler erigersi a rappresentante dei musulmani di fronte allo Stato. La rappresentanza diventa di fatto un centro di potere allo scopo di indurre i legislatori ad introdurre leggi che tengano conto degli usi e costumi particolari dei musulmani. Non accettiamo che vengano re-introdotte leggi discriminatorie attraverso la parvenza di leggi per la libertà religiosa, portata avanti da certi nostri politici in combutta, forse senza saperlo, con chi voler erigersi in rappresentante dei musulmani in Italia?

la maggioranza del popolo musulmano in Italia ha emigrato non solo per motivi di povertà ma con la speranza in un futuro migliore, per vivere il clima di libertà che i popoli dell’occidente sono riusciti a conquistare a caro prezzo.

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R019 - EUROPA E PAURA DEI MUSULMANI

Europa, la paura dei musulmani nasce da quell’identità che non c’è più

Corriere – Idee & opinioni – 2/12 – 2009

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Cara Giulia, ti fornisco alcuni elementi per formarti un parere.

IDENTITA’
L’IMMIGRATO MUSULMANO DEL NORD AFRICA
Il fatto che gli immigrati clandestini siano in maggior numero musulmani provenienti dall’Africa del Nord e abbiano le caratteristiche sopraelencate, non va trascurato, perché essi portano con sé un livello culturale e un insieme di tradizioni e di abitudini che, oltre ad essere molto diversi dai nostri, costituiscono una sorta di occhiali attraverso i quali, almeno in prima istanza, vedono e giudicano la società occidentale. Questa differenza di livello culturale si esprime già nell’impatto con le forme di organizzazione politica dei nostri stati. Infatti tutti i paesi arabi a maggioranza musulmana sono governati attraverso sistemi che non sono assolutamente paragonabili alle democrazie europee.
Perciò quando i giovani musulmani approdano in Europa, il contatto con una mentalità per loro completamente nuova li porta a subire un forte shock psicologico. Si tratta di una situazione rischiosa in cui, se non si evita che gli extracomunitari vengano emarginati e abbandonati a se stessi, possono maturare incomprensioni e atteggiamenti di frustrazione.

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R020 - UNA PROPOSTA IN OCCASIONE DEL RAMADAN

9 – 2008

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In quest’anno, 2008, il mese di settembre coincide quasi interamente con il periodo più sacro per i musulmani, un mese nel quale chi professa e pratica quella religione purifica i propri sentimenti con il digiuno (dall’alba al tramonto) e con un approccio benevolo verso il prossimo.
Per noi cristiani potrebbe essere un momento favorevole per conoscersi meglio. La mutua conoscenza con il rispetto dell’altro senza i soliti pregiudizi sarebbe la premessa per una proficua convivenza, seme positivo per far germogliare le nuove generazioni. La famiglia musulmana può invitare il suo vicino all’ora della rottura del digiuno (al crepuscolo), per cenare insieme gustando pietanze con ricette tradizionali, per farsi conoscere e spiegare le tradizioni del proprio paese. Viceversa, il vicino può cogliere l’occasione per far conoscere la cultura italiana per superare pregiudizi a volte non solo religiosi ma anche di usi e costumi.
Per una conoscenza reciproca più approfondita le donne hanno un ruolo di primaria importanza: i loro contatti nella quotidianità possono costituire il primo passo verso un reale dialogo, concetto, forse, troppo inflazionato ma tanto necessario.
Invitiamo tutti i parrocchiani a tradurre in pratica questo suggerimento, a diffondere questa iniziativa e a raccontare, perché no, al nostro mensile le loro esperienze di dialogo vissuto nel mese di Ramadan.

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